DOMENICA 6 OTTOBRE MILLE METRI SOPRA LA VITA DI OGNI GIORNO
Siamo all’inizio dell’Autunno la pioggia di giorni si alterna con giorni di Sole le mattine sono fredde , umide e buie, forse ieri aveva piovuto troppo ma basta un po’ di Sole, anche camminando nel fango e verso il cielo che diventa sempre più limpido, per incominciare a godere della libertà di trovarsi in mezzo alla natura. Ieri siamo saliti sul Sentiero Italia da Colle di Arquata verso Macera della Morte , dopo il bosco e i prati di altura siamo arrivati in cresta a godere della suggestione di camminare tra il Tronto e il Castellano con in basso i paesi ancora feriti dal terremoto del 2016 , che da quassù sembrano paesi normali ma non lo sono, lontano ma limpido si scorge il versante nord del Vettore e la strada verso Forca di Presta che poi precipiterà verso la piana di Castelluccio. Sotto di noi si svolge la vita di ogni giorno e mentre noi camminiamo in salita sul crinale erboso , con alla sinistra il versante scosceso, diventa sempre più evidente la vista di Pizzo di Sevo con la sua piramide quasi perfetta, la vista di Cima Lepri tronca e appiattita con in lontananza la punta di Pizzo di Moscio .
Tanto più ci alziamo godendo del nostro cammino tanto più ci allontaniamo dalle preoccupazioni , dalla negatività , dai nostri pensieri ricorrenti e tanto pù la fatica che ci porta su alla cima della Macera della Morte viene ricompensata dalla mente libera e occupata a sentirsi di casa nella natura. E poi dalla cima giù verso il cippo di termine, verso quel punto che fu confine di Stati, testimone della storia antica tra romani e cartaginesi, luogo di passaggio di contadini ,pastori , viandanti e briganti con il vento autunnale fresco ma non freddo a farci compagnia e le pecore sui crinali a ricordare che siamo solo all’inizio di questa stagione .
Si riparte ,traversando i prati erbosi con i contrafforti del Pizzo di Sevo e del monte le Vene che incombono il sentiero che a volte diventa traccia tra una rete di sorgenti e ruscelli ci porta verso il Lago Secco . Lungo il percorso nella faggeta del Pannicaro percepiamo di nuovo l’Autunno che addolcisce gli acuti colori estivi con toni più caldi e luminosi e ricopre di foglie il sentiero reso scivoloso dalla pioggia. Adesso camminando sulla traccia scoscesa e scivolosa del sottobosco i nostri sensi si riattivano diventando più affilati , più svegli ,più reattivi per portarci in sicurezza all’oasi del W.W.F. con il bellissimo laghetto.
Lo vediamo apparire al centro di una radura rivitalizzando il paesaggio boschivo , ci fermiamo a ammirarlo, siamo vicini all’arrivo , percorriamo ancora pochi chilometri e qualche altra discesa fino alla quota dei castagni e ai loro ricci che ricoprono già il terreno, promesse di castagnate e vino nuovo.
Siamo di nuovo alle macchine , siamo tornati alla vita di ogni giorno non siamo immersi più nella natura, non ci sentiamo più parte di essa , non respiriamo più l’aria del bosco e non godiamo più delle emozioni positive che essa ci provoca ma sicuramente siamo cresciuti dentro , anche di poco perchè, per qualche ora, abbiamo vissuto
MILLE METRI SOPRA LA VITA DI OGNI GIORNO.
Buona montagna a tuttiTESTO G.U. – FOTO ELISABETH DI GIOVANNI -GIACINTO URBANI