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DOMENICA 17 NOVEMBRE IL CAI TERAMO HA CAMMINATO SULL’ ANELLO DI TALLACANO NEL REGNO DEI CASTAGNI

LA TERRA È DEGLI ALBERI

COSA SAREMMO NOI E LA TERRA   SENZA ALBERI ?

Siamo  nell’Autunno inoltrato  oramai  le foglie  sono tutte ingiallite o arrossite e gli alberi  si spogliano e fanno cadere i  frutti maturi  che si ritrovano nel sottobosco con qualche fungo tardivo. In questa escursione gli alberi sono stati i nostri muti  compagni  e testimoni   del nostro  camminare.

Ci hanno preso per mano accompagnandoci da quando abbiamo lasciato il paese di Tallacano, abbarbicato su  uno sperone di arenaria , con le  case in grotta costruite a ridosso delle pareti di roccia arenaria e vani adibiti a stalle e fienili cosi’  perfettamente integrate e sposate con il territorio da confondersi con la roccia .

A Tallacano e Poggio Rocchetta, che incontreremo dopo nel  nostro cammino, non ci sono più persone ,   sono borghi  silenti  e  silenziosi,   ci sono invece  altri tantissimi abitanti  loro   sono le popolazioni e le famiglie  degli alberi, da sempre  abitanti di questi posti , muti dalla nascita e senza voce  come ormai i  paesi,  gli amici   Faggi, Aceri ,  Cerri , Lecci ,Querce, Abeti   e in specie i Castagni  spettatori e protagonisti di quella che è stata la Civiltà del Castagno.

In  questa  civiltà gli  alberi di Castagno   hanno  regnato per secoli, una delle pochissime fonti di sostentamento per le genti di questi territori, tutto ruotava intorno al Castagno e ai suoi frutti . pane dei poveri , terreno di pascolo, legna da ardere, materiale  da   costruzione e per  utensili , addirittura  anche i ricci trovavano il loro impiego come fertilizzante e materiale basico per coloranti,  insomma quasi un maiale vegetale di cui non si buttava niente.

Domenica  il popolo  e le  famiglie degli  alberi ci hanno accolto e adottato e  quando   si diradavano sul nostro cammino ecco gli  scorci selvaggi, solo piccolissimi borghi  diruti e alla vista ancora loro gli alberi  riuniti in boschi ormai bruni, lontani e vicini .

Ci potremmo chiedere allora   quanti  strani esseri come noi   i nostri compagni di viaggio hanno visto su  questo percorso   , quanti contadini, pastori,  animali o semplici viandanti , hanno  accompagnato  su  questa rotta  o  hanno visto abitare, lavorare  o dirigersi e trovare riparo verso le Pagliare , le casupole della  Grotta del Petrennio o i borghi arroccati.

E poi, dato che  la loro vita è una vita lunga come le loro radici e i loro pensieri, cosa celano nella loro memoria dal  tempo che fu e cosa avranno pensato osservando   questi strani esseri, tanto diversi da loro,  sui sentieri  verso il Sasso Spaccato, non solo per curiosare come noi   ma per cercare  sepolture ad epidemie che  ieri come oggi raggiungevano anche i luoghi così remoti ( e noi ne abbiamo ricordi recenti), oppure per nascondere averi preziosi o scambiare merci ultima dogana tra Acquasanta e Ascoli.  

 

LA TERRA È DEGLI ALBERI

COSA SAREMMO NOI E LA TERRA   SENZA ALBERI ?

TESTO G.U. – FOTO  ARNALDO PILOTTI

 

 

 

In  questa  civiltà gli  alberi di Castagno   hanno  regnato per secoli, una