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LA TERRA È DEGLI ALBERI
COSA SAREMMO NOI E LA TERRA SENZA ALBERI ?
Siamo nell’Autunno inoltrato oramai le foglie sono tutte ingiallite o arrossite e gli alberi si spogliano e fanno cadere i frutti maturi che si ritrovano nel sottobosco con qualche fungo tardivo. In questa escursione gli alberi sono stati i nostri muti compagni e testimoni del nostro camminare.
Ci hanno preso per mano accompagnandoci da quando abbiamo lasciato il paese di Tallacano, abbarbicato su uno sperone di arenaria , con le case in grotta costruite a ridosso delle pareti di roccia arenaria e vani adibiti a stalle e fienili cosi’ perfettamente integrate e sposate con il territorio da confondersi con la roccia .
A Tallacano e Poggio Rocchetta, che incontreremo dopo nel nostro cammino, non ci sono più persone , sono borghi silenti e silenziosi, ci sono invece altri tantissimi abitanti loro sono le popolazioni e le famiglie degli alberi, da sempre abitanti di questi posti , muti dalla nascita e senza voce come ormai i paesi, gli amici Faggi, Aceri , Cerri , Lecci ,Querce, Abeti e in specie i Castagni spettatori e protagonisti di quella che è stata la Civiltà del Castagno.
In questa civiltà gli alberi di Castagno hanno regnato per secoli, una delle pochissime fonti di sostentamento per le genti di questi territori, tutto ruotava intorno al Castagno e ai suoi frutti . pane dei poveri , terreno di pascolo, legna da ardere, materiale da costruzione e per utensili , addirittura anche i ricci trovavano il loro impiego come fertilizzante e materiale basico per coloranti, insomma quasi un maiale vegetale di cui non si buttava niente.
Domenica il popolo e le famiglie degli alberi ci hanno accolto e adottato e quando si diradavano sul nostro cammino ecco gli scorci selvaggi, solo piccolissimi borghi diruti e alla vista ancora loro gli alberi riuniti in boschi ormai bruni, lontani e vicini .
Ci potremmo chiedere allora quanti strani esseri come noi i nostri compagni di viaggio hanno visto su questo percorso , quanti contadini, pastori, animali o semplici viandanti , hanno accompagnato su questa rotta o hanno visto abitare, lavorare o dirigersi e trovare riparo verso le Pagliare , le casupole della Grotta del Petrennio o i borghi arroccati.
E poi, dato che la loro vita è una vita lunga come le loro radici e i loro pensieri, cosa celano nella loro memoria dal tempo che fu e cosa avranno pensato osservando questi strani esseri, tanto diversi da loro, sui sentieri verso il Sasso Spaccato, non solo per curiosare come noi ma per cercare sepolture ad epidemie che ieri come oggi raggiungevano anche i luoghi così remoti ( e noi ne abbiamo ricordi recenti), oppure per nascondere averi preziosi o scambiare merci ultima dogana tra Acquasanta e Ascoli.
LA TERRA È DEGLI ALBERI
COSA SAREMMO NOI E LA TERRA SENZA ALBERI ?
TESTO G.U. – FOTO ARNALDO PILOTTI
In questa civiltà gli alberi di Castagno hanno regnato per secoli, una