Il Gruppo Seniores del CAI Teramo ci propone una particolare e insolita escursione sul Monte Ceresa nel comune di Acquasanta, nel preappennino marchigiano. Il ritrovo per la partenza è mercoledì 29 marzo alle ore 7:15 alla sede del CAI Teramo dove ritorniamo non prima le ore 15. L’escursione parte da Tallacano, frazione di Acquasanta, per una camminata di difficolta E di 17 chilometri, con un dislivello di 870 metri.
Prenotazione entro le ore 20 del 28-03-2023 alla segreteria@caiteramo.it oppure telefonicamente con gli accompagnatori, di cui i dati si trovano nella scheda tecnica, nella locandina e sotto questo articolo.
Il percorso ad anello si svolge in un territorio ricco di acqua, cascate, canyon e grotte. L’escursione ci porterà dal Sasso Spaccato, alle cascate e alla grotta del Petrienno incontrando numerosi borghi con architetture rupestri abbandonati o semi abbandonati. Infatti la caratteristica principale di questo territorio, privo di rocce calcaree come i vicini Sibillini, sono le tipiche stratificazioni di arenaria, roccia sedimentaria creatasi negli antichi mari, con il tipico aspetto a gradoni.
Il comune di Acquasanta conta 56 frazioni, molte di queste arroccate tra le balze di arenaria, situate alle spalle di Ascoli Piceno, a cavallo fra i parchi del Gran Sasso e dei Monti Sibillini. L’abbandono risale alla forte emigrazione avvenuta negli anni ’50 e ’60 che spopolò quasi completamente i borghi medievali del Monte Ceresa, i residenti sono pochissimi. Per esempio Tallacano ne conta 21 e Piandelloro 23 ha abitanti.
Vedremo il film di come si “campava” a ridosso della fine della guerra all’inizio degli anni 60 prima del Boom Industriale “un viaggio nella memoria” in cui l’architettura rupestre e i magri appezzamenti di terra erano e sono il simbolo di una povertà quasi assoluta. Ad oggi sono in atto numerosi progetti per il recupero di questi paesi, progetti anche finanziati da privati che mirano a risollevare l’economia rurale collegata all’agricoltura e l’artigianato locale, il tutto nel pieno rispetto dell’ integrità e del delicato equilibrio in cui è immerso il territorio.
Si parte da Tallacano, “Tallacà” in dialetto ascolano, verso la chiesa cinquecentesca di San Pietro, recentemente restaurata. Si va al canyon del Sasso Spaccato, dove sono ancora presenti sulle altissime pareti di arenaria incisioni, nomi e piccole croci vista la utilizzazione della gola come cimitero per seppellire i morti dell’ epidemia di colera di fine Ottocento.
Nel tratto vicino alle tante cascate, di varie forme ed altezze, ci immergeremo in un mondo selvaggio fatto di vegetazione fitta, roccia e acqua che scroscia. Il rumore dei ruscelletti e dei piccoli salti, di cui il più alto non supera i 4 metri, ci accompagnerà. E dalla vegetazione emergeranno abitazioni addossate alle grotte, muretti a secco crollati o case con solai fatiscenti e traballanti, torneremo con la memoria a 70/80 anni orsono quando queste case ospitavano persone che hanno “guadagnato l’ogni giorno” qui vissuto.
L’epilogo di questo film negli anni che furono sarà su verso il Monte Cerasa: la scoperta della grotta del Petrienno, in dialetto ascolano “lu p’trienne”. L’accesso alla grotta avviene attraverso una strettoia passando sotto la cascata, all’interno l’’antro lungo 60 metri, profondo 15 metri e alto 10 metri, custodisce delle piccole strutture in muratura a secco, precisamente nove, erano le abitazioni estive dei pastori e dei raccoglitori di foraggio. Le costruzioni presentano ancora solai e architravi traballanti e si racconta che qui si sono rifugiati i militari alleati durante l’ultima guerra, di fronte alla grotta scorre il torrente, al suo limitare la cascata, non più alta di quattro metri.
E se non bastasse ciò il territorio offre ancora altre tantissime sorprese da un punto di vista storico, culturale, paesaggistico e naturale basterà camminare lungo questo magnifico itinerario per scoprirle tutte.
Info e prenotazioni
Accompagnatori:
Italo Di Giuseppe | 3477582023 |
Giuseppina Evangelista |
3487387462 |
Giacinto Urbani |
3398053810 |